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Joan Fontcuberta

Photography: Crisis of history 

 

a cura di 

Cale Garrido, Alison Nordström

ABi–Associazione 

Biennale dell’immagine, Chiasso 

 

Il rinomato artista Joan Fontcuberta presenta 25 anni di lavoro nella mostra ’Photography: Crisis of History’, dal 17 settembre al 14 novembre 2021 allo Spazio Officina di Chiasso. La mostra comprende tre diversi progetti, con immagini ancora inedite, che ampliano e mettono in discussione le nostre idee sulla storia e l’arte. 

“The Artist and the Photograph’ (1994-98) presenta schizzi fotografici di Picasso, Miró e Dalí e suggerisce nuove intuizioni sia sulla pittura che sulla natura della fotografia; ’Trepat’ (2014) esamina invece i risultati di un progetto del 1930, creato per documentare il lavoro in una fabbrica spagnola,  realizzato da artisti del calibro di Walker Evans, Albert Renger-Patzsch, Moholy-Nagy, Charles Sheeler e Man Ray; ’X. B.’, infine, resuscita l’opera dimenticata di Ximo Berenguer (1947-1978), un giovane fotografo di strada poco conosciuto al momento della sua prematura scomparsa. Il suo lavoro, recentemente riscoperto, cattura l’energia e la grinta della Spagna degli anni ‘70, alla fine dell’era franchista.

 

“Fontcuberta è un artista, curatore, scrittore, storico ed educatore assolutamente originale”, dice Alison Nordström, co-curatore della mostra.

“Il suo lavoro esamina il ruolo della fotografia come produttrice di conoscenza e noi abbiamo il privilegio di portare a Chiasso, per la prima volta, queste tre complesse installazioni”.

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Joan Fontcuberta è nato a Barcellona nel 1955. Dopo aver lavorato nella pubblicità, ha insegnato alla Facoltà di Belle Arti dell’Università di Barcellona dal 1979 al 1986. 

È stato uno dei fondatori della rivista Photovision, creata nel 1980 e divenuta una delle maggiori pubblicazioni europee nel campo della fotografia. Dal 1993 è professore di Comunicazione all’Università Pompeu Fabra di Barcellona. 

Nelle sue opere, Fontcuberta ha usato la fotografia dalla metà degli anni ottanta per indagare e mettere in discussione la nostra percezione rispetto alla fotografia e per interrogare la veridicità dei media basati sulla pratica fotografica. 

L’efficacia del suo lavoro si basa su uno spiccato senso dell’umorismo, un’arguzia tagliente e una tecnica impeccabile che caratterizzano tutte le sue sofisticate provocazioni.

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