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Bi11 CRASH

5.10 – 8.12.2019

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Spazio Officina: Boris Mikhailov, Temptation of Death, curate da Francesco Zanot

Sala Diego Chiesa: Arnold Odermatt,  ODERMATT THE BIENNIAL SELECTION. 32 PHOTOGRAPHS FOR VENICE 2001.

Rifugio pubblico: Aline d’Auria – We Are All Going Home (curato da culture_in movimento)

Piazza dei Colori: Guardare l’utopia (collaborazione con ECAL- Losanna)

 

Entrare in rotta di collisione fino all’inevitabile frattura. CRASH racconta un mondo fatto di contraddizioni, di posizioni che stanno agli antipodi, di movimenti complessi, che si risolvono in un istante, quando il contrasto si trasforma in urto. CRASH significa osservare ciò che ci circonda con occhio attento ai momenti di passaggio, che costituiscono lo scheletro stesso della vita. CRASH è dover ricominciare tutto da capo per ritrovare speranza, rinascita, desiderio, liberazione.

 

Boris Mikhailov e le sue tentazioni Boris Mikhailov, nato a Kharkiv (Ucraina) nel 1938. Inizia a fotografare dalla metà degli anni Sessanta, dopo una laurea in ingegneria e un impiego presso una fabbrica sovietica di missili. Espone il suo lavoro in Occidente dalla fine degli anni Ottanta, ottenendo presto importanti riconoscimenti internazionali e esponendo in prestigiosi musei, fra cui il MoMA di New York e la Tate Modern di Londra. La mostra intitolata TEMPTATION OF DEATH, allo Spazio Officina, è l’ultimo ciclo di opere di Boris Mikhailov. Composta da 24 dittici e dalla proiezione del lavoro completo (oltre 150 dittici) include immagini del passato e nuove fotografie realizzate all’interno di un enorme crematorio a Kiev, costruito in epoca sovietica, le opere narrano un costante senso di incertezza, ambiguità e cambiamento. Afferma Francesco Zanot, curatore della mostra: “Mikhailov prende posizione contro tutto ciò che non gli piace. Contro il sistema istituzionale politico in particolare.” Le opere dell’artista ucraino sono un atto artistico distruttivo e beffardo tutto da scoprire.”

 

Arnold Odermatt, nato a Oberdorf nel 1925, ha lavorato come fotografo ufficiale della polizia nel Canton Nidvaldo dal 1948 al 1990. Alla fine della sua carriera nella polizia, suo figlio Urs Odermatt scopre il suo lavoro fotografico e pubblica un primo libro. Nel 2001 Harald Szeemann espone 32 fotografie dell’artista svizzero alla biennale di Venezia. Le stesse verranno riproposte a Chiasso, alla Sala Diego Chiesa, in una mostra dal titolo "ODERMATT THE BIENNIAL SELECTION. 32 PHOTOGRAPHS FOR VENICE 2001". Oggi molti suoi lavori fanno parte di collezioni private e sono esposti in numerosi musei internazionali tra i quali il Kunstmuseum Wolfsburh e il Museum Morsbroich Leverkusen. Francesco Zanot spiega: “le calibrate riprese di Odermatt non sono infatti originariamente realizzate per finire sulle pareti di un museo, ma costituiscono il frutto dei rilievi di un brillante poliziotto che dalla fine degli anni Quaranta ha l’intuizione di corredare i verbali degli incidenti stradali con alcune prove visive. Le molteplici funzioni della fotografia si sovrappongono e si scontrano tra loro, proprio come le automobili accartocciate sulla strada. Odermatt scopre la rigorosa poesia del documento e raccoglie in tre decenni un ineguagliabile catalogo dei risultati di eventi trasformativi tanto potenti quanto spaventosi: sulla strada, si formano in un istante sculture imprevedibili e dense di energia”.

 

Partecipano alla Biennale molti spazi esterni che potete trovate nel catalogo dedicato alla manifestazione.

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Guarda il catalogo: https://issuu.com/biennale_immagine/docs/bi_11

 

Comitato ABi 2019: Alberto Chollet, Simonetta Candolfi, Daniela Giudici, Guido Giudici, Antonio Mariotti, Gian Franco Ragno, Rosella Zanardini Rolla.

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